Parrocchia Gesù Buon Pastore
Fai una donazione per supportare Il Cine-Forum di Carlo e Flavio
Prenota il tuo spazio pubblicitario su questo sito

Vai alla pagina FACEBOOK de Il Cine-Forum di Carlo&Flavio


GLI APPROFONDIMENTI DEL CINE-FORUM

 TUTTI GLI SPECIAL
False verità - La menzogna nel cinema.
(A cura di Antonegò)

Quel genio del cinema di tutti i tempi che è Orson Welles lasciò, come testamento cinematografico, un film intitolato “F come falso – Verità e menzogna”, nel quale, indagando il tema dell’arte come bugia capace di spiegare il vero, tra le altre cose, ricordò la sua trasmissione radiofonica ispirata alla “Guerra dei mondi” di H.G.Wells, che scatenò un vero e proprio putiferio nel pubblico dei radioascoltatori americani. Welles, infatti, diresse la trasmissione come se fosse un radiogiornale nel quale si annunciava l’invasione degli alieni, suscitando spavento e scene di isteria di massa.

Senza raggiungere gli estremi di Welles, il cinema ha sempre giocato con la sottile linea che separa spesso la verità dalla menzogna. E se da un lato il processo mitopoietico hollywoodiano è stato fondamentale nell'età dell’oro del cinema, creando divi e dive, come gli aedi classici creavano eroi, dall’altro il marketing sensazionalistico che accompagna certi film è divenuto noioso.

In tutto questo giocano un ruolo fondamentale la stampa e i mass media in genere, o meglio i press agent. Le dive di Hollywood sarebbero entrate nell’immaginario collettivo, se non si fosse creato attorno a loro un alone magico fatto di gossip, chiacchiere e capricci? Persino il mito di Marilyn Monroe forse non sarebbe lo stesso se non avessimo saputo che la notte indossava solo due gocce di Chanel n° 5, o che nel film “A qualcuno piace caldo”, per pronunciare le parole “Dov’è il bourbon?”, ci vollero 59 ciak, nonostante il set fosse sparso di bigliettini recanti la battuta.

“Purché se ne parli”, diceva Oscar Wilde. A volte dettagli rubati dai set, come Clark Gable che, odiando Vivien Leigh, mangiò un’intera testa d’aglio prima della celebre scena del bacio di “Via col vento”, o John Wayne che non voleva che i suoi personaggi sparassero alle spalle di nessuno, lasciano il dubbio che la verità venga alterata ad hoc.

Ma, come diceva il giornalista nello splendido finale de “L’uomo che uccise Liberty Valance”, “Quando la leggenda supera la realtà, stampiamo la leggenda”.

Il problema è, semmai, là dove storie evidentemente false, vengono spacciate per vere, a volte per mascherare dietro iniziative di vuoto marketing, la pochezza del film, come per “Blair witch project” o, come nel caso de “Il codice Da Vinci”, si creano eventi mediatici, spacciando per serio, ciò che serio non è. E in questi casi è difficile capire dove la stampa crea il fenomeno e dove invece non fa che cavalcarlo. E’ nato prima l’uovo o la gallina? E’ nato prima lo sciocco o il furbo che se ne approfitta? Come ci si può difendere da ciò? Ci sono solo due strade: affannarsi nella ricerca del vero, consultando più fonti (e internet pullula di siti che svelano le cosiddette bufale), attribuendo il marchio di affidabilità a quelle più attendibili. Oppure abbandonarsi alla sospensione dell’incredulità, in una sorta di recupero di quell’ingenuità abbandonata forse troppo in fretta, quando ci hanno svelato che Babbo Natale erano mamma e papà. In fondo il cinema è menzogna, è magia, è un baraccone circense che ci attira con chissà quali promesse. E’ intrattenimento. O forse no. Forse, allora, a ben vedere, sono proprio certi film di fantascienza o in cui “ogni riferimento a fatti e persone é puramente casuale” che sono in grado di farci cogliere verità che la stampa non potrebbe pubblicare, perché pagata dai potenti o perché senza le prove si rischiano le querele. E allora si capisce perché i regimi totalitaristi bruciavano i libri e incarceravano gli artisti e perché i vincitori scrivono la storia e fanno il deserto e poi lo chiamano pace. Perché la fantasia e la memoria dei ricordi sono le caratteristiche che rendono l’uomo l’essere speciale che è.

Ma qui il discorso prenderebbe un’altra strada e, in fondo, come cantava Il Bardo, “Noi siamo della stessa stoffa di cui son fatti i sogni e la nostra piccola vita è cinta di sonno. E così, anche lo spettacolo dianzi svenuto è svanito, senza lasciare fumo di sé”.


 TUTTI GLI SPECIAL
BLU OTTICA ROMA         ARTPARFUM         INQUADRATURE OBLIQUE
TUTTI GLI ANIMALI           Prenota il tuo spazio pubblicitario su questo sito         

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi
un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7/3/2001 o un giornale on line poichè sprovvisto di registrazione al tribunale nonchè di numerazione progressiva.

© 2007 RealDream - All Rights Reserved