Siamo in un
imprecisato futuro. La Terra è sopravvissuta, a costo di enormi perdite umane,
all'invasione di una feroce razza aliena che ha raso al suolo intere città e
decimato la popolazione, portando il pianeta a un passo dalla catastrofe. Il
peggio è stato evitato solo grazie all'azione solitaria di un eroe, Mazer
Rackham,
che ha distrutto la flotta degli invasori costringendoli alla ritirata.
La minaccia,
tuttavia, non è stata affatto sventata: sono passati 50 anni e si teme che i
vecchi nemici (una sorta di formiche giganti) si stiano riorganizzando per un
nuovo attacco. Per combattere vengono reclutati ragazzi giovanissimi, dotati di
grande abilita’ nelle simulazioni di battaglie con i videogiochi, che vengono
addestrati per diventare i nuovi soldati da impiegare nella ormai prossima
guerra di sopravvivenza. Fra loro c’e’ Ender Wiggins (Asa Butterfield,
che avevamo visto grande interprete di Hugo Cabret),
ragazzo dotato di straordinarie doti di intuito, strategia e capacità di anticipare
le mosse del nemico.
Il colonnello Hyrum Graff (Harrison Ford) vede in Ender
un nuovo Rackham e decide di puntare tutto sul ragazzo, isolandolo dai
compagni, sottoponendolo a stress fisici e psicologici, e facendone un
comandante perfetto. Ender è pero’ tormentato dal ricordo di suo fratello,
espulso dalla scuola perché considerato troppo violento, e teme di non
essere capace di controllare la sua aggressività...
L'adattamento del romanzo Il gioco di Ender di Orson
Scott Card, primo libro di una trilogia, arriva dopo quasi 30
anni dalla sua pubblicazione e si giova della regia di Gavin Hood.
La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, si rivela nei primi minuti
molto efficace nel delineare le peculiarità del protagonista, la sua astuzia
fuori dal comune e il peso della responsabilità che già sente su di sé: merito
anche della capacita’ interpretativa di Asa Butterfield che riesce ad esprimere,
con la luce dei suoi occhi inquietanti, un’energia che sembra impossibile tirar
fuori da un fisico cosi’ mingherlino.
Il film riesce a tener desto l’interesse
degli spettatori appassionati di fantascienza, anche grazie all’uso di una grafica computerizzata di ottimo livello, unita ad una storia che, anche se in qualche punto
risente di stereotipi “militareschi” un po’ ingenui (il colossale Sergente che
abbaia alle reclute…) ha punti di originalita’ quando affronta il dilemma di
combattere senza capire le intenzioni del nemico nei nostri confronti....
Gavin Hood dirige il tutto in modo preciso,
costruendo sequenze d'azione efficaci e d'impatto, e riuscendo anche a
imprimere alla vicenda un buon ritmo. Se il film avra’ successo, sara’ seguito
dagli altri due episodi della trilogia letteraria e, dopo averlo visto, ce lo
auguriamo.